un paese dove vivono umani.
Non era vicino, non era lontano,
ci arriveresti allungando una mano.
Un abitante di questo paese,
si lamentava di alcuni abitanti.
Diceva di loro: È ormai palese,
puzzano rubano e sono in tanti.
Eran stranieri di terre lontane,
fuggiti da morte e anche da fame.
Secondo lui gli rubavano il pane
e li guardava come a letame.
Si lamentava giorno e notte
e a qualcuno di loro dava pure le botte.
Mandiamoli via, sono loro i violenti,
diceva quel tale rompendogli i denti.
Chiese l'aiuto degli altri abitanti
che eran d'accordo e pure in tanti.
Li mandò via, ma non era contento,
c'era altra gente che lo rendeva nervoso.
Si guardò intorno solo un momento,
facce felici, di loro era geloso.
Vengono qui tutti quanti loro,
a rubare il mio bel lavoro.
Sono rinchiuso in un ufficio scuro,
e quelli al sole a costruire un muro.
Chiese l'aiuto degli altri abitanti
che eran d'accordo e pure in tanti.
Anche questi altri li mandò via,
per non sentire la gelosia.
Si guardò intorno un po' circospetto,
da mandar via ne vide un gruppetto.
Non eran stranieri, ma per lui era uguale,
lavorano poco e fanno del male.
Sono diversi e tanto vi basti,
non fanno nulla e vogliono i pasti.
Chiese l'aiuto degli altri abitanti
che eran d'accordo e pure in tanti.
Cacciati anche questi, voi penserete,
sarà stato felice il nostro abitante.
Ma vi sbagliate e lo vedrete,
persone sgradite ce n'è ancor tante.
Chiese l'aiuto degli altri abitanti
che eran d'accordo e pure in tanti.
Prima gli anziani che sia ben inteso,
con le pensioni ci son di peso.
Lavoratori del pubblico impiego,
li scacciò tutti col loro sussiego.
Mandò via anche chi era famoso,
perché quella gente lo rende ansioso.
Dopo i bambini, coi genitori,
gli fan venire i malumori.
Si guardò in giro e gli altri abitanti
si rese conto che non eran poi tanti.
Di chi rimase fece un mucchietto,
e lo gettò oltre il muretto.
Restato solo tutto depresso,
allontanò perfino sé stesso.
Ora nessuno abitava il paese,
che finalmente era cortese.